All'interno di una rete ci deve essere almeno un computer che funziona come server NIS. Potete avere più server NIS, ognuno dei quali gestisce un dominio NIS diverso - o potete avere diversi NIS servers cooperativi, dove uno sarà il server NIS master, e tutti gli altri saranno i server NIS slave (questo per un particolare ``dominio'' NIS) - oppure potrete anche avere un mix di entrambi...
I server slave mantengono solo le copie dei NIS databases e le ricevono dal server NIS master ogniqualvolta venga apportata una variazione ai database principali. In base al numero di macchine in rete e in base all'affidabilità della rete stessa, potete decidere di installare uno o più server slave. Ogni qualvolta che un server NIS risulti inattivo o troppo lento a rispondere, il client NIS connesso a quel server proverà a cercarne uno che sia attivo o più veloce.
I database NIS vengono salvati nel cosiddetto formato DBM, derivato dai
database ASCII. Per esempio, i file /etc/passwd
ed
/etc/group
possono essere convertiti direttamente al formato DBM
usando il software di conversione ASCII-to-DBM (``makedbm'', che è incluso
nel software del server NIS). Il server NIS master deve avere entrambi,
database ASCII e database DBM.
I server slave vengono avvisati di qualsiasi variazione alle mappe NIS, (con il programma ``yppush''), e automaticamente recuperano le necessarie variazioni per poter sincronizzare i propri database. I client NIS client non necessitano di queste operazioni dal momento che si collegano al server NIS per leggere le informazioni relative ai database DBM.
L'autore del nuovo client YP per Linux ci ha informati che il nuovo ypbind (vedi il file yp-clients.tar.gz) riesce a controllare il server da un file di configurazione - così non ha bisogno di cercare il server (cosa molto insicura - visto che ognuno può installare un server NIS server e rispondere alle richieste...).